nonmollare quindicinale post azionista | 128 | 01 maggio 2023




Lettera ai Parlamentari 30 gennaio 2023




Alle liste per il 25 settembre

Comitato Via Le Mani dall’Inoptato

Via Piave 5 – Livorno cod. fisc. 92140370492

www.vialemanidallinoptato.it mail : info@vialemanidallinoptato.it

25 agosto 2022

Alle liste per il 25 settembre

(a ciascuna separatamente)

R O M A

Egregi Signori,

nella Vostra qualità di partecipanti alle elezioni politiche del 25 settembre, noi – che siamo titolari del sito www.vialemanidallinoptato.it  avente l’unica finalità di rimuovere dalla legge 222/1985 (art. 47, c. 3 ultimo periodo)  la clausola cosiddetta “INOPTATO” – vi invitiamo a voler inserire nel Vostro programma elettorale l’abrogazione del periodo sopra specificato. 

Di fatti, tale clausola  attribuisce  a più di 24 milioni di cittadini  una scelta contro la loro volontà.  In pratica il cittadino che NON sceglie espressamente un beneficiario per il suo 8 per mille dell’Irpef, destina la propria imposta, senza rendersene conto, alla ripartizione proporzionale tra i vari beneficiari 8×1000. E non è solo una questione di rappresentanza. Con il raggiro dell’Inoptato, l’Erario perde oltre un miliardo di euro all’anno, di cui, fatta la ripartizione, poco meno dell’80% spetta alla Chiesa Cattolica.

Sul nostro stesso sito potete reperire i vari aspetti del tema e, qualora aveste ulteriori domanda da farci, potete scriverci a info@vialemanidallinoptato.it .

Vi avanziamo questa nostra richiesta dal momento che alle elezioni i cittadini esprimono gli indirizzi più rilevanti per governare nel quinquennio successivo. E noi siamo convinti che la clausola dell’inoptato è nel principio una norma clericale e a livello economico toglie all’Erario una somma significativa specie in un’epoca di ristrettezza.

Ci auguriamo che possiate accogliere questo nostro invito, e in tal caso vi preghiamo di darcene notizia.

I migliori saluti

I PORTAVOCE

Massimo ALBERIZZI, Mauro ANTONETTI, Paolo BANCALE, Mario BOLLI, Antonio CAPUTO, Antonio COLANTUONI, Carla CORSETTI, Edoardo CROCI, Giulio ERCOLESSI, Alessandro GIACOMINI, Giulio GIDONI, Vittorio LUSSANA, Antonio MANFREDI, Maria MANTELLO, Enzo MARZO, Riccardo MASTRORILLO, Raffaello MORELLI, Giancarlo NOBILE, Pietro PAGANINI, Michael PINTAURO, Valerio POCAR, Francesco PRIMICERI, Mirella SARTORI, Francesco SOMAINI, Carmela STURMANN, Ciro VERRATI.




Intervento alla Camera sull’inoptato

inserito il12 luglio 2022



Interrogazione alla Camera degli on. Marco Bella, Raffa, Corneli, Flati del M5S e dell’on. Villarosa ,misto, su pubblicità 8xmille IRPEF a favore Stato

Interrogazione a risposta in commissione 5-08323 (5 luglio 2022)

Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

l’articolo 47 della legge 20 maggio 1985, n. 222, recante «Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi», prevede che, a decorrere dall’anno finanziario 1990, sia lasciata per i contribuenti, la facoltà di scegliere la destinazione dell’otto per mille della propria contribuzione Irpef, tra la chiesa cattolica e lo Stato italiano; successivamente è stata data facoltà ai contribuenti di destinare l’otto per mille ad altre concessioni religiose;

al riguardo, l’interrogante evidenzia che (secondo quanto risulta dai dati più recenti), su oltre 41 milioni di dichiarazioni dei redditi, soltanto 17 milioni dei contribuenti sceglierebbero espressamente la destinazione dell’8 per mille dell’Irpef;

il medesimo contribuente, il quale non indica espressamente un beneficiario per il suo 8 per mille dell’Irpef, destina invece l’imposta cui è assoggettato alla ripartizione proporzionale tra i vari beneficiari dell’otto per mille;

in tale ambito, con il decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 2019 n. 157, l’interrogante evidenzia altresì che, secondo l’articolo 46-bis, comma 2, i contribuenti possono destinare una quota dell’otto per mille dell’Irpef (derivante dalle dichiarazioni dei redditi relative agli anni dal 2019 al 2028) riferita agli interventi di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico e incremento dell’efficienza energetica degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica;

in relazione a quanto suesposto, l’interrogante rileva che, anche fine di incrementare una quota dell’otto per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche da destinare allo Stato, sono state commissionate dal Governo una campagna informativa il 31 agosto 2020 e una pubblicità radiofonica il 16 giugno 2021 sulle reti televisive della Rai;

al riguardo, l’interrogante rileva tuttavia come, attualmente, non risulti alcuna iniziativa in tal senso per l’anno in corso, e pertanto l’assenza d’informazione e di pubblicità sfavorisce l’amministrazione statale, danneggiando al contempo anche i cittadini, soprattutto in un particolare momento socioeconomico molto complesso per le imprese e le famiglie –:

quali orientamenti di competenza il Ministro intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa e se il Governo sia intenzionato a promuovere adottare un’adeguata campagna informativa e di sensibilizzazione in merito, relativa alla destinazione di una quota pari all’otto per mille per le dichiarazioni dei redditi 2022 e per gli anni successivi, in considerazione del fatto che la programmazione di una campagna informativa risulterebbe particolarmente utile e necessaria nelle attuali e difficili prospettive economiche e sociali dell’Italia, evitando viceversa un indebolimento in caso di una sua assenza in merito alla scelta di opzione per lo Stato, che determina conseguentemente l’impossibilità di ricorrere a una libera scelta, generando il cosiddetto inoptato, per il quale la norma prevede una ripartizione assai sfavorevole all’erario.




Interrogazione al Senato su mancata pubblicità della scelta 8xmille pro Stato

La senatrice Bianca GRANATO, Vice Presidente del Gruppo CAL-Alternativa-PC-IdV , ha presentato la seguente interrogazione:

Atto n. 4-07014   SENATO  Pubblicato il 12 maggio 2022, 

Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze. – 

Premesso che a quanto risulta all’interrogante il “Comitato Via Le Mani dall’Inoptato” ha inviato, in data 1° marzo 2022, una raccomandata al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’economia, con la quale ha suggerito, a partire dalla dichiarazione dei redditi 2022, l’attivazione di una campagna pubblicitaria specifica, affinché il contribuente, nella scelta delle modalità di destinazione del proprio 8xmille, faccia l’opzione a favore dello Stato; l’8xmille, infatti, può essere devoluto allo Stato o, in alternativa, ad alcune confessioni religiose;

considerato che tale campagna pubblicitaria sarebbe particolarmente utile nelle presenti difficili prospettive economiche attuali dell’Italia: non pubblicizzare adeguatamente l’opzione, infatti, indebolisce la scelta di devoluzione allo Stato, favorendo conseguentemente il ricorso alla non scelta, che genera il cosiddetto inoptato (per il quale la norma prevede una ripartizione assai sfavorevole per l’Erario),

si chiede di sapere:

se il Governo abbia preso o stia per prendere qualche provvedimento in tale materia;

se, qualora il Governo si stia attivando, non intenda altresì intervenire affinché sia estesa anche la possibilità di devolvere l’8xmille con specifico riferimento all’edilizia scolastica, materia in cui le famiglie italiane sono assai sensibili;

qualora il Governo non abbia in programma di attivarsi, quali siano le ragioni per cui non intenda effettuare una campagna pubblicitaria ad hoc, soprattutto alla luce del fatto, invece, che molti altri soggetti potenziali destinatari dell’8xmille, come la Chiesa Cattolica, vi fanno ricorso in modo costante.




Richiesta a Draghi




Santa Sede, Vaticano, Chiesa cattolica. Cosa sono?

Santa Sede , il Vaticano, e la Chiesa Cattolica sono tre istituzioni differenti. Vediamo come in sintesi.

La SANTA SEDE (o Sede Apostolica) è l’Ente, dotato di personalità giuridica in diritto internazionale, preposto al governo della Chiesa Cattolica (che è ancora un’altra cosa!). Secondo il codice di diritto canonico, con il termine Santa Sede o Sede Apostolica si intende il supremo organo di governo della Chiesa Cattolica, e cioè l’ufficio proprio del Papa, il quale, secondo il can. 331, «in forza del suo ufficio, ha potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa»; in senso largo, la Santa Sede è l’insieme degli organismi attraverso cui il Pontefice governa la Chiesa Cattolica, ossia la Curia Romana. Vale a dire , la Segreteria di Stato, il Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa e gli altri Organismi della Curia Romana.
Notate: i fedeli battezzati non fanno parte della Santa Sede, ma appartengono alla Chiesa Cattolica, che è governata dalla Santa Sede.
La Santa Sede è una istituzione senza riferimento ad un territorio; essa esisteva già prima del Vaticano e infatti dal 1870 (Porta Pia) al 1929 ha tranquillamente effettuato la sua opera e mediazione internazionale, secondo la tradizione del Papato dedito nei secoli a difendere la propria missione. La Santa Sede è un soggetto di diritto internazionale riconosciuto da quasi tutti gli Stati del mondo e poiché la Chiesa Cattolica (che è cosa diversa) appartiene ad essa, è la sola istituzione religiosa al mondo ad avere un vero statuto di diritto internazionale riconosciuto a livello mondiale. Ciò è una vera anomalia perché le permette di intromettersi nel valutare la legiferazione di altri Stati. La Santa Sede, non essendo uno Stato, non fa parte dell’ONU (né dell’UE) ma è rappresentata all’ONU da un Nunzio Apostolico ed esercita la funzione di osservatore permanente. L’Italia ha anch’essa una Ambasciata non presso il Vaticano ma presso la Santa Sede, che è dal 1929 nel Palazzo Borromeo a Roma.

Il VATICANO, ufficialmente “Stato della Città del Vaticano”, è uno stato indipendente sovrano, con un territorio di 0,44 km² ed una popolazione di poco più di 900 persone circa, ma solo 532 cittadini con passaporto vaticano e con reddito pro capite annuo elevatissimo, sopra i 400.000 euro – nel 2017 era 407.000. Il Vaticano è sorto il 7 giugno 1929 con la firma dei Patti Latinensi e su di esso esercita la sovranità la Santa Sede. Il Vaticano ha forma di governo definita “monarchia assoluta teocratica ierocratica elettiva di tipo patrimoniale”. I cittadini del Vaticano sono il Papa, i Cardinali residenti a Roma e nel Vaticano, tutta la Guardia Svizzera e altre persone per ragioni di dignità, carica, ufficio e impiego e loro famiglie. Il Papa è il monarca del Vaticano eletto a vita dal un conclave formato dai Cardinali; il Papa non riceve uno stipendio poiché egli è per statuto il padrone dei beni e dei soldi dello Stato della Città del Vaticano. Un solo esempio: egli è il padrone della Pietà di Michelangelo e potrebbe benissimo venderla oggi perché lo può fare; è sua.

Il Vaticano, come tutti gli Stati, ha un proprio inno, ha adottato l’euro, batte una sua moneta con l’effigie del Papa, ha propri francobolli, un proprio esercito, una bandiera e un emblema che è differente da quella della Santa Sede, anche se sembrano uguali. Ha un giornale ed una radio nazionale e stazione propri. Come già detto, il Capo di Stato è il Papa che detiene la pienezza dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, quindi di fatto è un dittatore (dal Vocabolario Italiano: dittatore [dit-ta-tó-re] s.m. (f. -trice) Uomo politico che concentra nella propria persona tutti i poteri che negli ordinamenti democratici sono distribuiti tra più istituzioni. C’è da chiarire che i tre poteri sono dal Papa delegati a tre diversi organi, ma egli ne resta il responsabile unico.

Il Vaticano come Stato non fa parte dell’ONU (e neppure dell’UE) e nemmeno ha un proprio rappresentante. Il Vaticano non ha neppure sottoscritto la Dichiarazione Universale dei Diritti umani firmata il 10 dicembre 1948, non accettando che i diritti umani prescindano dal prevalere di quelli divini.

Il Vaticano sostanzialmente è solo un piccolo territorio costituito da San Pietro e dal Palazzo Apostolico e da alcuni altri palazzi sparsi per Roma o fuori Roma che, secondo il diritto internazionale, concordato con i Patti Lateranensi (ultima modifica del 1984, governo Craxi), godono di sovranità territoriale. Castel Gandolfo, luogo di villeggiatura dei Papi, è dominio extraterritoriale pontificio e ufficialmente è “patrimonio inalienabile della Santa Sede”. Il Vaticano, come Stato, ha rapporti diplomatici esclusivamente con l’Italia che la racchiude; quelli con le altre nazioni, come con l’ONU, sono gestiti dalla Santa Sede. In sostanza la Città del Vaticano è semplicemente uno Stato di supporto per la Santa Sede,
istituito nel 1929 per garantire la sua libertà e la sua indipendenza nel governo spirituale della diocesi di Roma. Se lo stato Città del Vaticano venisse un giorno a scomparire, la Chiesa e la Santa Sede non cesserebbero di formare un soggetto sovrano di diritto internazionale.

La CHIESA CATTOLICA
La Chiesa Cattolica è l’istituzione religiosa di diritto internazionale alla quale appartengono il papa, i vescovi a lui fedeli e tutti i battezzati secondo il rito cattolico che riconoscono nel vescovo di Roma il primato di autorità giurisdizionale e dogmatico. Da qui l’importanza di sbattezzarsi se si è atei e/o agnostici e non si intende essere annoverati nella Chiesa Cattolica. Gli ortodossi per esempio, pur essendo cristiani con alcuni dogma, credenze, funzioni religiose e sacramenti (quasi) simili ai cattolici non riconoscono al Papa il primato di autorità universale e lo considerano solo come vescovo primato della Chiesa Latina di Roma. Le Chiese ortodosse sono autocefale e soprattutto autonome, ne sono 17, attribuibile a livello nazionale, con ognuna un patriarca come primato. Tutte le Chiese protestanti invece non riconoscono né ai patriarchi e né al papa nessun primato non ritenendolo in accordo con le Sacre scritture.

La caratteristica principale della Chiesa Cattolica risiede principalmente nel rivendicare per sé il primato di San Pietro (o primato Petrino) e la sua costituzione dogmatica come è espressa nel Credo. Essa è suddivisa in diocesi che sono affidate ai Vescovi considerati i successori degli Apostoli. Poi ci sono le varie chiese con i presbiteri e i fedeli battezzati. A capo del collegio dei Vescovi c’è il Papa, che è considerato il successore di Pietro.
Il Vescovo di Roma (che è anche il Papa) ha sede ufficiale diplomatica non in S. Pietro, ma nel Palazzo del Laterano e nell’annessa Arcibasilica lateranense vi è un cattedra papale che rappresenta ufficialmente e giuridicamente … indovinate cosa?…. la Santa Sede!
Attenzione: La Chiesa Madre, la Chiesa Capo di tutte le Chiese Cattoliche del Mondo è la Cattedrale di San Giovanni in Laterano a Roma (dove risiede il vescovo di Roma) e non la Basilica di S. Pietro!

Scheda predisposta dalla Consulta napoletana per la Laicità delle Istituzioni

16 dicembre 2021




Il blitz clericale

Il Presidente PD della Commissione Finanze al Senato, D’Alfonso, ha presentato un emendamento al decreto fiscale relativo alla legge di Bilancio ­– emendamento poi accolto dalla Commissione – che costituisce un grave errore giuridico e una esecrabile scelta clericale in materia politica. Non è un caso. E’ il tentativo di correggere la sentenza della Corte di Cassazione dello scorso maggio, che ha dato ragione alla AMA spa (unico socio il Comune di Roma) che esigeva il pagamento della TARI, la tassa sui rifiuti.

L’emendamento recita : “La tassa sui rifiuti di cui all’articolo 1, comma 639, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 e la tariffa corrispettiva di cui al successivo comma 668, non sono dovute per gli immobili indicati negli articoli 13, 14, 15 e 16 del Trattato del Laterano dell’11 febbraio 1929 ″.  Il nocciolo dell’emendamento sta qui, a parte il disposto successivo, che giustamente esclude la retroattività.

Il richiamato comma 639 stabilisce che “è istituita l’imposta unica comunale, IUC . Essa si  basa  su due presupposti impositivi, uno costituito dal possesso di immobili …   e   l’altro   collegato all’erogazione e alla  fruizione  di  servizi  comunali. La  IUC  si compone   dell’imposta   municipale di    natura patrimoniale…. e di una componente riferita ai  servizi,  che si articola …… nella tassa sui rifiuti, TARI, destinata a finanziare i costi  del  servizio  di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore  “. Dunque è indiscusso che la TARI è  legata al servizio dei rifiuti (da qui la sentenza in Cassazione a favore dell’AMA).

Per favorire la Chiesa, il PD D’Alfonso ha indotto la Commissione a sancire che la TARI non è dovuta per gli immobili di cui agli specificati articoli del Concordato 1929. Ha solo dimenticato che tutti quegli articoli specificati nell’emendamento non sono più vigenti perché abrogati dall’art.13, comma 1, ultimo periodo del Concordato del 1984. Quindi non si può neppure sapere a quali immobili si riferisca l’emendamento approvato. Insomma, la libido  servile è stata frettolosa e ha prodotto un mostro giuridico.

Resta, sotto l’aspetto politico,  l’esecrabile scelta clericale. Esentare d’ora in poi la Chiesa cattolica dal pagamento del servizio pubblico di raccolta e smaltimento rifiuti di cui gode, è semplicemente un ossequio vergognoso ad una parte religiosa, non conforme al dettato costituzionale e non rispettoso dell’equa fiscalità verso i cittadini. Comportamento aggravato dal periodo difficile e dall’ emergenza di quel settore nella città di Roma.  

Per  salvare la dignità delle  istituzioni, auspichiamo che un pasticcio del genere  venga escluso dal maxiemendamento finale assistito dalla fiducia, che è previsto concluderà la manovra di Bilancio in Senato. Sarebbe un  gesto di avvedutezza politica, bello e rassicurante.

Raffaello Morelli

6 dicembre 2021




Irricevibile

L’editoriale di CRITICA LIBERALE https://critlib.it/

Non è dato sapere quale tipo di conseguenze avrà in Italia la nota verbale conosciuta il 22 giugno (tramite un articolo sul Corriere della Sera) ma presentata cinque giorni prima all’ambasciata italiana dal Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, monsignor  Gallagher. Tuttavia una cosa va detta subito. Soprattutto visto che mercoledì 23 alla Camera c’è stato ­– come previsto prima di importanti incontri UE – un dibattito con il Presidente Draghi. E della nota non si è parlato, nonostante lui stesso avesse annunciato alla vigilia che avrebbe fatto un commento strutturato, qualora il tema gli fosse stato posto. Siccome nessun deputato lo ha posto.

La cosa da dire subito a scanso di equivoci che già si stanno profilando, è che la nota verbale di Gallagher  costituisce un atto diplomatico di estrema gravità per l’Italia. Di fatti  essa afferma che “alcuni contenuti della proposta legislativa in esame presso il Senato (ndr, il controverso disegno Zan)  riducono la libertà garantita alla Chiesa cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato“. Tali parole, in apparenza manifestano il giudizio del Vaticano sulla proposta (del tutto legittimo dal punto di vista delle istituzioni laiche), ma nella realtà hanno l’evidente pretesa di ritenere il Vaticano parte inaggirabile del processo legislativo italiano. La conferma viene non solo dalla lettura del testo, ma dal fatto che la CEI aveva già più volte manifestato il suo giudizio preoccupato sul ddl Zan, Dunque, non è un caso il passaggio da un organo come la CEI interno al dibattito culturale italiano, alle note verbali internazionali. Significa che  il Vaticano intende tirare in ballo le norme concordatarie, ritenendo che esse determinino le decisioni dei Governi e delle Camere dell’Italia.

Pertanto la risposta italiana alla nota è un concetto solo: irricevibile (formulato nei termini degli usi diplomatici). Sotto questo profilo la prima dichiarazione corretta è stata quella del Presidente della Camera che ha detto ad Agorà su Rai3 “noi come Parlamento non accettiamo ingerenze. Il Parlamento è sovrano e tale rimane sempre”. Ma  sarebbe stato meglio se il principio fosse stato ribadito dal titolare dei rapporti internazionali, il Ministro degli Esteri Di Maio (ad ora nelle nebbie) . Nel pomeriggio del 23, al Senato, il Presidente del Consiglio Draghi ha compiuto un passo in più.  Il giorno prima  aveva fatto sì un commento corretto – “dovranno essere valutati gli aspetti segnalati da uno Stato con cui abbiamo rapporti diplomatici” – ma parziale, dato che aveva sorvolato sull’aspetto segnalato sopra, cioè l’inaccettabile pretesa vaticana che le norme concordatarie determinino le decisioni dell’Italia. Al Senato ha precisato “il nostro è uno Stato laico, non confessionale. Il Parlamento è libero di discutere e legiferare e il nostro ordinamento è in grado di dare tutte le garanzie verificare che le nostre leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il Concordato con la Chiesa”. Molto meglio ma non del tutto sufficiente, perché non esprime il concetto decisivo. La nota è irricevibile.

Tra l’altro, se questo concetto di “irricevibilità” non sarà espresso,  sarà compromessa l’autonomia del Senato nel decidere sul testo del ddl Zan approvato dalla Camera. E’ un testo che deriva da un giusto intento di convivenza civile e che adopera strumenti assai impositivi.  Se non  sarà espresso il concetto di “irricevibilità”, qualunque decisione del Senato sarebbe tacciata  di essere frutto dell’ingerenza vaticana. Questo è un altro motivo che spinge ad essere subito chiari nel merito della questione istituzionalmente più rilevante. Le istituzioni della Repubblica sono laiche non solo a parole.

Raffaello Morelli